Sistematicamente, ad ogni evento catalizzatore, diventa quasi necessario dover rivedere e valutare con molta attenzione tutto ciò che la storia dell’umanità ha seminato nelle coscienze dei singoli individui.
Sempre ammesso
che la si sia studiata con la dovuta attenzione!
L’unica cosa
certa di tutti gli avvenimenti storici (che riguardano soprattutto l’evoluzione
democratica dei popoli del nostro pianeta), da quelli più antichi ai più
recenti, è il fattore “vittoria”.
Qualunque
popolo o nazione che abbia vinto una guerra, o una qualsiasi disputa
territoriale, ha automaticamente acquisito il diritto di dettare le proprie
regole e imposizioni. Chi vince comanda, … appunto!
Di eventi
relativi ad atteggiamenti dispotici ne è zeppo il nostro passato, anche quello
più recente, e ne abbiamo riscontro anche nel presente (vedi Afghanistan,
Birmania, Yemen, Sud Sudan, altri stati del centro Africa, ecc. ecc.).
La spinta al
predominio ed al colonialismo, manifestata già dai primi avventori storici, è
stata la principale artefice dell’attuale delimitazione geo-politica
dell’intero globo. I confini territoriali di ciascun singolo stato, che oggi
consideriamo una sacrosanta necessità acquisita o, meglio ancora, sinonimo di
sovrana appartenenza, in realtà non sono altro che una bene-placida
accondiscendenza da parte dei più importanti imperialismi della nostra storia.
Considerare una nazione (soprattutto tra quelle più piccole al mondo) come
sovrana all’interno del proprio territorio è, ormai, appurato essere soltanto
uno stereotipo. Quanti degli attuali cosiddetti “piccoli stati” possono
effettivamente considerarsi sovrani, o indipendenti da qualsiasi condizionamento
esterno? A mio avviso, nessuno!
Come ho già
accennato, l’imperialismo ed il colonialismo delle più blasonate nazioni
dominanti del pianeta, come l’Inghilterra, la Francia, la Spagna, la Cina, la
Russia, la Germania e, persino l’Italia (ai tempi dell’antica Roma, prima, e
del ventennio fascista, dopo), hanno dettato legge ovunque e condizionato tutti
i sistemi economici-politici-sociali della cosiddetta “società civile”.
Qualcuno potrà
obiettare dicendo: <<ma, ci sono popoli che hanno lottato per ottenere una
propria autodeterminazione, indipendenza e libertà, conquistandosi così il
diritto di governare sul proprio territorio!>>. Giusto!!! Ma la domanda
che bisogna porsi è: ma oggi, nel 21° secolo, esiste davvero un popolo che può
considerarsi libero da qualsiasi condizionamento o imposizione neo-liberista?
Quindi, se chi
vince detta le regole, possiamo noi essere sicuri al 100% che quelle regole
siano giuste?
In effetti, ciò
che garantisce che le regole dettate siano eque e rispettose verso la sacralità
delle libertà individuali sono soltanto le singole carte costituzionali.
Quando affermo
che i confini territoriali odierni sono stati acquisiti grazie al bene-placido
dei potenti imperialismi non sto assolutamente vaneggiando, poiché, pur essendo
vero che oggi in Italia godiamo della garanzia di una costituzione
ineccepibile, non possiamo dire lo stesso sulla libertà da condizionamenti
esterni (quasi non discutibili) a cui siamo sottoposti fin dal secondo
dopoguerra. Il tutto è facilmente intuibile, visto le attuali eclatanti
pressioni che subiscono molti degli articoli costituzionali, soprattutto quando
di mezzo ci sono interessi che non coincidono con quelli della collettività.
Il potere
politico, alla stregua di quello economico/finanziario, dovrà sempre sbattere
contro il muro della costituzione e, visto i continui tentativi di
condizionamento e indottrinamento che subisce quotidianamente quello
giudiziario, il solo pensare che qualcuno possa volerla cambiare o forzare deve
essere considerato un serio campanello di allarme.